“Naturalmente arte”
è il primo e forse ancora l'unico festival italiano profondamente
dedicato al rapporto fra il teatro e la natura. Ideato da Lorenza Zambon
nel 2001 da allora continua a crescere e a germogliare, alla ricerca di
un teatro “fuori dai teatri”, che sia catalizzatore emotivo
e poetico delle relazioni fra gli uomini e la "natura", il luogo
in cui abitano, il pianeta di cui fanno parte. Si tiene annualmente sia
in Monferrato, nelle aree naturali dell'Ente Parchi Astigiani, sia a Milano
all'interno del Parco Nord. |
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Un
festival "vegetale" Un po’ alla volta , nel tempo, questo festival
sta assumendo strane caratteristiche, che cominciano ad apparirmi quasi“
biologiche”; per come si espande, per esempio, in maniera direi
“rizomatica” ... e per come si evolve, soprattutto, quasi
andando oltre il nostro stesso progetto, ibridandosi sempre di più,
creando addirittura simbiosi inedite fra specie diverse fino a creare
quasi un “essere complesso”, una specie di lichene. A Milano il festival ha sperimentato, ha intessuto relazioni ed alleanze, effettuando un “salto di crescita” ed intraprendendo contemporaneamente un’opera di colonizzazione lanciando ramificazioni verso altri parchi ed altre realtà teatrali della regione. Si è infatti creata una “rete per il teatro-natura” che ha coinvolto nuove situazioni ognuna formata da una realtà teatrale ed un Parco o zona protetta. (Piccolo Parallelo - Parco Oglio Nord - Parco Oglio Sud; Teatro delle Selve - Riserva Sacro Monte d’Orta; Teatro Telaio - zone protette delle colline bresciane; Compagnia ) ognuna delle quali oggi realizza sul suo territorio successive tappe del festival nonché specifici progetti creativi . E’ nel corso di questo processo che il festival ha trovato una sua particolare “evoluzione ibrida”... (....) vorrei almeno nominare alcuni elementi che gli danno il "carattere". Quale teatro, innanzitutto. “Naturalmente arte” ricerca e
propone un teatro “fuori dai teatri”, che, al di là
delle diverse scelte espressive, voglia essere catalizzatore emotivo e
poetico delle relazioni fra gli uomini e la natura, il luogo in cui abitano,
il pianeta di cui fanno parte. Accenno solo a una delle proposte teatrali perchè è una "produzione speciale" di Naturalmente arte, un'opera che tende ad “uscire dai confini”tanto da rendere difficile definirlo “spettacolo”: Il terzo passo. Passeggiata visionaria nell’alba, nel tramonto e nella notte del Parco. |
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Un evento itinerante che dura circa tre ore, una creazione originale per
il Festival presentata nel 2007, e che siamo felici, data l'ottima risposta,
di riproporre nelle edizioni seguenti e future: un’esperimento di
“teatro del luogo” che diventa patrimonio del luogo. Gli orari
sono insoliti, l’alba o il tramonto, per far ri-vivere ai partecipanti
tutte le variazioni determinate dai passaggi fra la notte e il giorno
e viceversa in un grande parco e nella metropoli che lo circonda, nei
suoni, nella luce, nell’attività degli umani e degli animali
che li popolano. Una creazione collettiva che ho ideato e coordinato assieme
a Sista Bramini, composta con le creazioni di attori di diverse formazioni
(Casa degli alfieri,
O'Thiasos TeatroNatura,
Erbamil), i contributi testuali del poeta Matteo
Meschiari, il sax del grande jazzista Carlo Actis Dato, i canti
e le composizione per strumenti antichi di Francesca Ferri, Camilla Dell’Agnola,
Silvia Balossi e, a sorpresa, i “micro manifesti” di alcuni
ospiti speciali (.... sono già venuti "in scena" con
noi Luca Mercalli, Maurizio
Pallante, Luigi Lombardi Vallauri , Matteo Meschiari....) La storia profonda di un “nuovo paesaggio” costruito dall’uomo, insieme un’indagine visionaria sull’abitare il pianeta. Un’esperienza di allargamento della percezione e di “nuovo sguardo” sull’agire umano. Un’esperienza che si gioca nella lunga durata, nell’andare lentamente, nel guardare con calma, nel ritrovarsi in luoghi naturali in orari insoliti, nell’avere il tempo di stupirsi, nel guardare un luogo noto con occhi nuovi, nell’incontrare un luogo sconosciuto e ritrovarlo intimo, nello scoprire che dentro ad ogni paesaggio c’è una possibilità di riconnessione con il nostro pianeta vivente. Non una visita guidata ma “ una passeggiata che va a fare anima di paesaggio”(secondo l’ispirante espressione di Lombardi Vallauri ). |
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Altro aspetto caratterizzante
di “Naturalmente arte”, un’altro
modo di “uscire dai confini” è quello di intrecciare
strettamente il programma artistico con quella che abbiamo nominato
L’accademia del
bagolaro in omaggio al grande albero sotto cui alcuni “maestri
di pensiero” sono stati invitati a comunicare le loro riflessioni,
idee ed insegnamenti ad un pubblico variegato e non specialistico. Questa
ambientazione è stata scelta con l’intento esplicito di indurre
modalità comunicative dirette e quasi “antiche”. Ad
oggi abbiamo parlato di energia e di futuro con Jeremy Rifkin, delle sfide
della sostenibilità con Mario Tozzi , di quel che ci insegnano
i cambiamenti climatici con Luca Mercalli, di "decrescita felice"
con Maurizio Pallante, di “critical garden” con Michela Pasquali
e molti esponenti del movimento, di giardinaggio “contro il giardino”
con la scrittrice Pia Pera, e il paesaggista Antonio Perazzi, di "meditazione
di paesaggio" con Luigi Lombardi Vallauri, di geopoetica con Matteo
Meschiari, di "paesaggio sonoro" con Giovanni Arpini e Guido
Pinoli , di fabbrica e di amianto con Ulderico Pesce ....
Vediamo l’Accademia del bagolaro anche come un’occasione per evidenziare e rinsaldare il legame fra teatro della natura e alcuni dei temi più interessanti del dibattito ecologico ed ambientale, per offrire al pubblico partecipante momenti di riflessione inconsueti e veramente multidisciplinari, per fornire agli artisti presenti utili e stimolanti elementi di supporto teorico, per far scoprire a personalità centrali del dibattito ecologico ed ambientalista le intuizioni e le capacità comunicative insite nella pratica del teatro-natura. |
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Ho accennato ad alcuni elementi
ricorrenti nei nostri programmi ma non posso facilmente esplicitare quello
che secondo me è il carattere più sorprendente e prezioso
di questo festival: la scoperta dei “fili” nascosti, delle
corrispondenze e delle assonanze, alcune ricercate e volute e molte altre
impreviste. E’ per questo che mi piace quando chi partecipa al nostro
Festival vuole prendersi del tempo, non segue un singolo spettacolo o
incontro, ma prova a “stare”, ad attraversare le ore del festival
e del parco insieme a noi per scoprire quel che risuona fra il luogo e
le diverse presenze e azioni, apparizioni e discorsi ....... |
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