Militanza e ricerche
Viaggio
al centro della terra
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Ideato
e realizzato con gli amici del Diavolo
Rosso da febbraio ad aprile 2008
Ciclo di incontri ravvicinati “sul pianeta” con incursioni
e risonanze fra scienza, ecologia e poesia.
Come guide, alcuni dei più interessanti esponenti del dibattito
ambientalista.
E poi gli “aperitivi 10 km.”, l’installazione semovente
“In-difesa dell’agricoltura”, la battaglia per l’acqua
pubblica … |
cibo
locale
(di Giovanni Pensabene)
Sono molti i motivi che dovrebbero convincerci dell’importanza di
consumare cibi prodotti localmente.
Provo ad elencarne qualcuno:
1. Il cibo prodotto localmente, almeno nella nostra realtà
agricola, è solitamente un prodotto di stagione. E’ quindi
prodotto e raccolto seguendo la giusta cadenza temporale, per capirci:
dai contadini astigiani in questo periodo non compreremo dei pomodori.
Il cibo cresciuto il più vicino possibile alla tavola dove sarà
consumato è stato probabilmente raccolto due o tre giorni prima
e ha raggiunto un alto grado di maturazione alla pianta. In definitiva
ha un gusto superiore.
2. I prodotti freschi perdono velocemente i loro nutrienti.
E’ del tutto evidente che un cibo proveniente da pochi chilometri
di distanza ha più facilità di essere consumato entro 2-3
giorni dalla raccolta rispetto ad un prodotto che ha percorso qualche
centinaio di chilometri e che prima di arrivare sulle nostre tavole è
stato stoccato, refrigerato, confezionato e trasportato.
3. Il cibo locale aiuta la salvaguardia dell’ambiente
e della biodiversità agraria. I prodotti provenienti da grandi
distanze comportano input energetici decisamente superiori rispetto a
quelli prodotti localmente (energia elettrica per la frigo conservazione,
carburanti per il trasporto ecc), usano più trattamenti per la
conservazione e producono decisamente più rifiuti per il confezionamento
e l’imballaggio. Dal punto di vista della biodiversità, il
mercato della grande distribuzione richiede standard di omogeneità
dei prodotti che possono essere garantiti solo da alcune linee di ibridi
genetici (sono cosa diversa dagli OGM!). Un’agricoltura orientata
principalmente al mercato locale attraverso il “ciclo corto”
di distribuzione( rapporto il più diretto possibile tra produttore
e consumatore), non è vincolata al rispetto di questi standard,
offrendo come valore aggiunto la diversità delle produzioni provenienti
da varietà tradizionali.
4. Il consumo di prodotti locali può aiutare le
aziende agricole a conduzione familiare
Gli Italiani occupati in agricoltura sono meno del 4% del totale degli
occupati. Ogni anno migliaia di aziende agricole chiudono i battenti perché
le giovani generazioni non possono subentrare nella gestione per mancanza
di reddito. Del prezzo che noi paghiamo per le derrate alimentari solo
una piccola parte (mediamente inferiore al 20 -25%) va all’agricoltore
che le ha prodotte, il resto va a vantaggio degli intermediari e, circa
il 15%, in spese di trasporto. Il “ciclo corto” del cibo consente
ai consumatori di avere prodotti generalmente più nutrienti e più
sani a prezzi contenuti e, nello stesso tempo, fa recuperare agli agricoltori
quella parte di prezzo (la più grande) che altrimenti andrebbe
a vantaggio dell’intermediazione e dei “petrolieri”,
con danno alle nostre tasche e alla nostra salute.
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